Nel 2010, quando ci siamo trovati in mezzo a questa campagna abbandonata, veniva difficile comprendere perché e chi avesse realizzato lì una Villa d’epoca che, nonostante lo stato di rudere, lasciava ben comprendere la sua antica bellezza. Solo la piena conoscenza del passato può fornire la chiave di accesso al presente e soprattutto al futuro….
Le Origini di Vittoria
Con un tuffo nel passato, si deve quindi introdurre la città di Vittoria e la sua fondazione. Vittoria venne fondata 1607 con decreto regio da una fervida intuizione della Contessa Vittoria Colonna, che convinse l’allora Governatore della Contea, il ragusano Paolo La Restia. Venne popolata da gente delle vicine zone richiamati dalla chiara volontà governativa di creare una fertile zona agricola, in cui venivano concessi i terreni con la promessa della loro coltivazione, in particolare quella della vite da vino.
I gruppi più cospicui vennero da Ragusani e Modica e soprattutto, per una percentuale di quasi il quaranta per cento, dalle più vicine zone di Chiaramonte Gulfi oltre che da gruppi minoritari di comisani. Successivamente, ma siamo già alla fine del ‘700, quando la città era già cresciuta, e poi ancora nella seconda metà dell’800, quando Vittoria era diventata una grande e ricca città vitivinicola, arrivarono consistenti gruppi di campani, di pugliesi, di calabresi, di siciliani della parte occidentale dell’Isola. Traspare quindi il chiaro disegno di Vittoria di creare un benessere socio economico attraverso lo sviluppo di una tradizione agricola vitivinicola attraverso l’integrazione di più popoli, giusto per creare una identità nuova e propria della città di Vittoria.
La fondatrice della città
Vittoria, era figlia di Marcantonio Colonna viceré di Sicilia nel XVI secolo. Per un accordo del fratello Ascanio sposò per procura il 31 dicembre 1586 Ludovico III Enriquez de Cabrera Almirante di Castiglia, duca di Medina de Rioseco. Il marito divenne Conte di Modica nel 1596. Morto nel 1600 il consorte, Vittoria divenne Contessa di Modica in nome e per conto del figlio minorenne Juan Alfonso Enriquez de Cabrera ma suo malgrado si trovò a dover fronteggiare gravi difficoltà economiche. Infatti il marito Ludovico III aveva contratto una notevole mole di debiti a causa delle spese di rappresentanza affrontate per il matrimonio di Filippo III, re di Spagna, con Margherita d’Austria-Stiria nel 1599.
Vittoria Colonna decise così di richiedere al re di Spagna la concessione di un privilegio regio per la fondazione di un nuovo insediamento, che le avrebbe consentito di risollevare le sorti del patrimonio familiare. La richiesta venne accolta, ed il privilegio regio, concesso dal re Filippo III il 31 dicembre 1606 a Madrid, dispose la riedificazione dell’antica Camarina. La nuova città sorse con il nome di Vittoria (oggi in provincia di Ragusa) in onore della sua fondatrice, il 24 aprile del 1607, facendovi trasferire diversi nuclei familiari per aumentare lo sfruttamento agricolo della parte occidentale della contea modicana.
Raggiunta la maggiore età del figlio nel 1617 questi diventerà Conte di Modica, quindi Viceré di Sicilia (1641) e Viceré di Napoli (1644, fino al febbraio del 1646). Vittoria Colonna si ritira in seguito in Spagna, dove muore nel 1633, e viene sepolta nella Chiesa di San Francesco di Medina de Rioseco. La città di Vittoria ha intitolato il proprio Teatro comunale Vittoria Colonna (inaugurato nel 1863) alla contessa Vittoria Colonna, ed ha ottenuto nel 1990 la tumulazione delle sue spoglie in città, nella Chiesa madre di San Giovanni.
I vitigni del Cerasuolo di Vittoria
Il Cerasuolo di Vittoria Docg è un vino che deve la sua preziosità alla magia del clima, alla diligente coltura ad opera di pochi appassionati operatori nonché alla virtù dei suoi vitigni, Nero d’Avola e Frappato di Vittoria (utilizzati in una percentuale che va dal 50 al 70% e dal 30 al 50% rispettivamente).
Nero d’Avola: è il vitigno a buccia nera più importante per l’enologia siciliana. Originario dal siracusano è alla base anche del vino Eloro DOC. Dà origine ad un grappolo medio-grande di aspetto medio di forma cilindrica con acini rotondi, buccia nero-bluastra dal peso di 300-500 gr. Con una produzione non superiore ai 100 q.li/ha dà origine a vini di notevole struttura e colore da destinare anche all’invecchia-mento. Matura a Vittoria nella seconda decade di settembre.
Frappato: Vitigno autoctono, originario della zona di Vittoria. E’ diffuso soprattutto da Ragusa a Siracusa. Presenta grappolo serrato con acini di media grandezza e buccia grigio blu tendente al rosso di forma cilindrico- conico anche piramidale dal peso da 400 – 650 gr. Con produzione ottimale non superiore ai 70 q.li/ha dà origine a vini ricchi di tannini nobili non molto coloriti ma con grande struttura e finezza. Matura a Vittoria nella terza decade di settembre.
Notorietà Storica del Cerasuolo di Vittoria
Vi sono reperti archeologici che meglio di ogni altra cosa riescono a descrivere la vocazione di un territorio. Un esempio è dato da una piccola lamina di piombo arrotolata, la Plaga Mesopotamium, custodita nel Museo archeologico di Siracusa. Tale documento, che fu scoperto nei pressi di Kamarina, antico insediamento dorico, riferisce della compravendita di un vigneto esteso circa un ettaro: un vero e proprio atto notarile di vendita di un terreno la cui compratrice era una donna proprietaria di una rivendita di vino. Quindi già esisteva a quella data un commercio di vino: era il III secolo a.C.. Si tratta ovviamente della più antica testimonianza della coltura della vite nel ragusano, la prima traccia che ne testimonia la vocazione vitivinicola.
Questo territorio, sito nell’estrema punta meridionale della Sicilia, tanto che profuma d’Africa, offre grandi vini, in particolare nell’area del vittoriese, città del Cerasuolo, la quale vantava una fiorente attività vinicola già nell’800 tanto da raggiungere livelli industriali. Era l’epoca in cui da Scoglitti (scalo commerciale marittimo di Vittoria) prendevano la via del mare velieri carichi di centinaia di botti: in poco tempo il vino conquistò i mercati italiani, francesi, inglesi e tedeschi. Veniva inoltre commercializzato con il nome di Scoglitti e di Vittoria, ed era famoso perché resisteva alla navigazione, per la schiuma rossa e per il suo profumo.
Le stesse cronache del giugno del 1885 narrano della florida attività di esportazione del vino verso il mercato di Marsiglia e di come 1500 carri agricoli trasportassero ogni giorno a Scoglitti i barili da stivare sui velieri ancorati a largo. Lungo il tragitto che collegava Catania a Kamarina, passando attraverso Lentini, Caltagirone, Acate, Vittoria ed infine Comiso, sono ancora evidenti le tracce di una attività vitivinicola costituita da palmenti, fondaci per le soste, fornaci per la costruzione di anfore da vino (Caltagirone), per arrivare quindi a Kamarina che col suo porto d’imbarco era lo sbocco naturale di questi commerci provenienti dalla parte sud dell’Isola: da qui veniva esportato il famoso “Mesopotamium”, vino prodotto tra i fiumi Ippari e Dirillo, le cui tracce sono visibili nella monetazione di Kamarina e nei reperti degli scavi di Pompei.
Inoltre un’altra prova evidente di questa economia basata sulla produzione di vino si ha nel museo archeologico di Kamarina ed è costituita dal ritrovamento di numerose anfore vinarie nei fondali del mare antistante. Insomma una cultura antica della vite che ancor oggi è custodita nelle tante testimonianze architettoniche presenti all’interno del Castello dei Conti di Modica e nella Basilica di San Giovanni Battista: entrambi ricchi di decori raffiguranti la vite. La fondatrice stessa di Vittoria (1607), Vittoria Colonna Henriquez, vedova del conte di Modica, cugino del Re di Spagna, incentivava la produzione del vino concedendo privilegi a coloro che avessero piantato vigne: in quel anno regalò ai primi 75 coloni, un ettaro di terreno a condizione che ne coltivassero un altro a vigneto, favorendo così un’enorme espansione del vigneto nelle varie contrade del territorio.
Disciplinare di produzione del Cerasuolo di Vittoria
La denominazione di origine controllata e garantita «Cerasuolo di Vittoria» gia’ riconosciuta a denominazione di origine controllata con decreto del Presidente della Repubblica 29 maggio 1973 (modificato il 6 novembre 1991), e «Cerasuolo di Vittoria Classico» e’ riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal presente disciplinare.
Disciplinare Cerasuolo di Vittoria